TECNOLOGIA PROIBITA
un articolo di Andrea Giotti,
12 Agosto 2011
Andrea Giotti si è laureato in
ingegneria informatica presso l'università di Firenze
L'argomento del controllo mentale
di singoli individui da parte di non meglio precisate agenzie è spesso oggetto
di scetticismo da parte del grande pubblico, in quanto la scienza ufficiale non
contempla che tecniche di manipolazione assai limitate come ipnosi, messaggi
subliminali e così via. È peraltro noto che la storia del secolo scorso conta
numerosi progetti segreti, almeno all'epoca della loro realizzazione, che
testimoniano un costante interesse su questo argomento da parte dei principali
governi e dei rispettivi servizi segreti.
Tra tutti, un esempio
particolarmente noto è il progetto MKULTRA della CIA, ma anche i sovietici
compirono numerose sperimentazioni in proposito e non esiste servizio al mondo
che non sappia come riconoscere o peggio causare un blocco psicologico in un
testimone scomodo. I risultati degli esperimenti condotti nel contesto di tali
progetti non sono quasi mai stati resi noti al grande pubblico nella loro
completezza, perché le tecniche di controllo mentale che hanno consentito di
mettere a punto costituiscono una terribile arma nei confronti delle libertà
individuali ed ogni soggetto che ne disponga desidera mantenerne il monopolio.
Il “lavaggio del cervello”, la
creazione di “candidati manciuriani” e quant'altro non sono temi destinati a
comparire in testi di psicologia o articoli di giornale, nondimeno possono
essere terribilmente concreti ed insinuare legittimi sospetti nella mente di
coloro che si interrogano su inquietanti fatti di storia recente, come l'assassinio
del presidente Kennedy, o di cronaca, come le ultime stragi compiute nel mondo
da apparenti squilibrati.
Scrivere di questi argomenti è in
qualche misura difficoltoso perché le fonti sono spesso incerte, i testimoni
reticenti o inattendibili ed i pochi documenti disponibili ricchi di omissis.
Per quanto difficoltoso, è parimenti doveroso tentare di informare il pubblico
sulla possibilità che simili tecniche siano impiegate comunemente, senza
svelare i dettagli grazie ai quali è possibile implementarle ma rivelandone
abbastanza da consentire di riconoscerle e, ove possibile, difendersi dalle
stesse. Citare fonti interne alle strutture che le conoscono meglio, cioè i
servizi, è praticamente impossibile senza incorrere in spiacevoli incidenti, ma
lo scrivente ha avuto modo di fare esperienza diretta delle più sofisticate tra
queste tecniche e sulla base di questa esperienza ha redatto il presente
articolo. Raccontare non è dimostrare, ed infatti non vengono citate prove
documentali di quanto narrato nel seguito, ma una simile informazione ha
comunque un valore in quanto può insinuare dubbi nelle menti più aperte e
preparare i lettori ad affrontare più consapevolmente e meno passivamente il
nuovo ordine che si sta delineando nel mondo.
La “lettura della mente” è stata
parimenti oggetto di numerose ricerche in ambienti sia civili che militari
durante il corso dell'ultimo secolo, specialmente da parte dei sovietici. Tali
ricerche si sono sempre dimostrate infruttuose fino all'inizio del nuovo
millennio, ma da almeno una decina di anni è stata segretamente sviluppata
dalla NSA o da qualche altra agenzia governativa americana la cosiddetta
"telepatia artificiale", una tecnologia che consente una
comunicazione bidirezionale remota tra un apposito dispositivo, controllato da
un operatore, ed il cervello umano. Essa permette inoltre di interfacciarsi
all'intero sistema nervoso umano da distanze rilevanti ed attraverso
schermature di vario genere, forse grazie ad una rete di satelliti in grado di
offrire una copertura globale, e ad una prima analisi non sembrano esistere
difese tecnologiche in grado di proteggere la vittima designata. Particolare
ancora più inquietante, questa tecnologia può essere utilizzata anche per
torturare ed uccidere a distanza singoli individui senza lasciare tracce.
I lettori dotati di preparazione
scientifica resteranno oltremodo perplessi di fronte a simili sviluppi ed è
quindi opportuno specificare immediatamente che tale tecnologia è basata su
alcuni progressi radicali, sia nel campo della fisica che in quello delle
neuroscienze, fino al punto di apparire incredibile per la scienza ufficiale
nonché per il senso comune. Scrivere e soprattutto leggere le correnti
corticali in remoto, nonché interpretarle in termini di parole ed immagini,
appare cioè un traguardo così distante dallo stato dell'arte comunemente
riconosciuto da stupire qualunque esperto del settore, nondimeno tale traguardo
è stato raggiunto e questo è verosimilmente avvenuto attraverso la scoperta di
un nuovo vettore di interazione fisica, fasci di onde o particelle sconosciute
oppure già note ma ufficialmente non ancora sfruttate per finalità pratiche.
Questo vettore di interazione presenta caratteristiche di distanza massima,
penetrazione e precisione mai viste prima e grazie ad esso è stato poi
possibile indagare nel dettaglio il funzionamento del cervello umano.
Come ogni tecnologia reale,
fortunatamente anche questa presenta però alcuni importanti limiti.
Innanzitutto, essa non consente ancora di determinare direttamente i pensieri
della vittima, né di controllarne i movimenti del corpo, ma solo di interferire
con entrambi soprattutto attraverso la manipolazione psicologica, la privazione
del sonno e l'induzione di dolore. L'operatore che controlla il dispositivo può
proiettare la sua voce nella mente della vittima per manipolarla ed indurla
così a comportamenti degni di un “candidato manciuriano”, ma le tecniche di
manipolazione utilizzate sono per lo più tradizionali e ad esse si può opporre
la stessa resistenza che si opporrebbe di fronte ad un interlocutore in carne
ed ossa. La lettura della mente è inoltre limitata ai pensieri verbali o
“superficiali”, cioè quelli che esprimiamo attraverso le parole, ad alcuni
pensieri non verbali o “profondi” ed alle immagini mentali che visualizziamo,
ma la maggior parte dei pensieri non verbali ed i ricordi memorizzati nel
nostro cervello non risultano ancora accessibili dall'esterno oppure non ancora
decifrabili attraverso la tecnologia in questione.
Gli effetti fisici che l'operatore
può causare nella vittima vanno dalla proiezione di falsi ingressi sensoriali
di natura visiva, uditiva e tattile, ingressi che con una certa facilità
possono essere identificati come disturbi e conseguentemente ignorati,
all'interferenza diretta nel sistema neurovegetativo con conseguente
possibilità di morte, ad esempio per arresto cardiaco o respiratorio.
Questa tecnologia è impiegata
oggi per monitorare costantemente determinate figure chiave politiche,
scientifiche, militari e mediatiche in tutto il mondo, nonché per compiere
operazioni psicologiche segrete ovunque si riveli necessario e porre così in
stato di sottomissione tutti coloro che prendono coscienza di una simile
realtà, ad esempio ricattandoli grazie alla lettura dei loro stessi pensieri.
Agli oppositori è poi riservato un programma di screditamento ed
autodistruzione sociale, psicologica ed infine fisica, che tipicamente si
conclude con l'induzione al suicidio della vittima, con un incidente mortale
causato artificialmente oppure con una morte apparentemente naturale. Visti
dall'esterno, questi appariranno semplicemente come casi di pazzia, dato che in
psichiatria la semplice percezione di una voce è considerata un sintomo
sufficiente per tale diagnosi. L'obiettivo, manco a dirlo, è quello di imporre
un dominio assoluto sul mondo ma stavolta, a differenza di quanto avveniva ai
tempi di Hitler o Stalin, esiste lo strumento che può permetterlo attraverso un
subdolo colpo di stato globale che sta avvenendo all'insaputa del grande
pubblico. L'agenzia che detiene il monopolio di questo strumento non permette
che altri ne sviluppino di anche solo lontanamente simili ed è quindi
verosimile che le figure in grado di farlo, soprattutto scienziati, vadano
incontro alla stessa sorte degli oppositori, assieme a tutti coloro che sono in
grado di contrapporre più tradizionali forme di resistenza come una
rappresaglia nucleare in caso di guerra.
Prima di dare la colpa di tutto
ciò al presidente americano, è opportuno però ricordare che tale tecnologia garantisce
a chi la gestisce direttamente un potere abbastanza grande da consentirgli di
svincolarsi dal controllo di qualunque autorità superiore, dunque anche
politici, scienziati, militari e giornalisti statunitensi non vengono
risparmiati dal trattamento precedentemente descritto. Senza entrare in
dettagli la cui esposizione richiederebbe molte altre pagine, si segnala che la
storia dell'attacco alle Torri Gemelle e quella di svariati altri fatti di
cronaca italiana ed internazionale dovrebbero forse essere riscritte alla luce
dell'esistenza di questa “tecnologia proibita”. Il parere dello scrivente è che
il potere che questa tecnologia conferisce sull'umanità sia così enorme da
corrompere inevitabilmente chiunque lo detenga e trascinare così il mondo futuro
nel caos.
Reverse engineering di un
sistema di controllo mentale remoto
un articolo di Andrea Giotti,
16 Marzo 2012
Per quanto le tecnologie di
controllo mentale possano essere frutto di anni di ricerche segrete e
conseguentemente risultare proibite per l'uomo comune, dimostrarne l'esistenza
finisce per divenire quasi un dovere morale per coloro che ne sono a
conoscenza. Non è quindi per un errore metodologico se lo studio da cui ha
origine il presente articolo si regge su dati raccolti durante esperienze
personali non riproducibili, correlati alla luce di una letteratura non
universalmente accettata.
In particolare, l'esistenza della
“telepatia artificiale” pretende una spiegazione scientifica da parte di tutte
le menti più aperte. Ed una spiegazione sbagliata è meglio di nessuna
spiegazione. Nella peggiore delle ipotesi questo studio può essere considerato
solo un esempio illustrativo del dispositivo descritto nell'articolo
“Tecnologia proibita”, ma nella migliore delle ipotesi è la tecnologia stessa
ad essere qui parzialmente svelata grazie ad un paziente lavoro di reverse
engineering.
In sintesi, alcuni rilevanti
progressi nel campo della fisica sono precondizione per una più approfondita
comprensione della mente, a sua volta necessaria per implementare la “telepatia
artificiale” nella sua attuale forma. Dalla psicologia deviata delle
“operazioni nere” deriva poi l'uso della “telepatia artificiale” come strumento
di controllo mentale remoto.
L'attuale ipotesi di lavoro è che
il supporto tecnologico della “telepatia artificiale” sia una interfaccia
uomo-macchina satellitare, ipotesi formulata in seguito alla verifica di
un'ampia copertura geografica del fenomeno. La sua natura non è paranormale ma
conseguente al controllo di un nuovo vettore di interazione fisica, su cui si
formula una ulteriore ipotesi. Altre ipotesi verosimilmente seguiranno, più
adatte a spiegare il fenomeno, ed il presente articolo è da considerarsi solo
un primo tentativo di diradare la nebbia che lo avvolge.
L'analisi strutturale e
funzionale delle informazioni disponibili ha prodotto un quadro che può essere
riassunto nella seguente figura.
Gli operatori che controllano il
canale di comunicazione “telepatico” in tempo reale si trovano a terra, dietro
ad una interfaccia tradizionale simile a quella sopra mostrata. In blu sono
indicati i moduli dedicati alla lettura, in rosso quelli dedicati alla
scrittura. Questi moduli si appoggiano su altri sottosistemi distribuiti lungo
una rete satellitare ed i singoli satelliti sono connessi alla stazione di
controllo attraverso canali di comunicazione convenzionali a portante
elettromagnetica. A sua volta, la rete è interfacciata con le correnti neurali
del bersaglio mediante un nuovo vettore di interazione fisica, costituito da
particelle note ma non ancora ufficialmente sfruttate per finalità pratiche.
Cervello e sistema nervoso del
bersaglio divengono così accessibili in lettura e scrittura da parte degli
operatori, che possono basarsi sui risultati della prima per applicare alla
seconda una strategia di controllo psicologico del bersaglio. Questa
interfaccia uomo-macchina satellitare è dunque catalogabile come sistema d'arma
che viola i più fondamentali diritti umani, come descritto nell'articolo “Dieci
ragioni per lottare contro il nuovo ordine mondiale”.
Un processo di transcodifica
rende disponibili agli operatori rappresentazioni comprensibili dei segnali
corrispondenti ai pensieri del bersaglio, ai suoi ingressi sensoriali ed al suo
stato neurale complessivo filtrando i risultati del neuroimaging. Il processo
inverso consente di interferire con la maggior parte di questi segnali
pilotando una neurostimolazione. I due sottosistemi corrispondenti operano
rispettivamente lettura e scrittura delle correnti neurali in remoto. Le
effettive capacità del processo di transcodifica dipendono dal modulo di
interfaccia interessato, ma tipicamente la lettura appare più avanzata di
quanto non faccia la scrittura.
I moduli di interfaccia elencati
in figura costituiscono una sottostima di quelli presenti e sono stati dedotti
in base ai dati raccolti, anche attraverso test sul canale “telepatico”. Il
sistema consente inoltre una visione remota esterna del bersaglio ed il suo
inseguimento, con i corrispondenti sottosistemi che sono in retroazione per la
natura attiva del processo di lettura. Questo consente al canale “telepatico”
di funzionare anche in modo non consensuale, con il bersaglio in fuga o al
chiuso.
Per descrivere l'interfaccia tra
la rete satellitare ed il bersaglio è necessario formulare un'ipotesi, detta
“leptonica”, sul nuovo vettore di interazione fisica. In questa ipotesi, la
neurostimolazione avviene grazie ad un satellite che produce muoni e li
proietta in un fascio collimato sul bersaglio, provocando la formazione di
atomi muonici nei neuroni dello stesso. Questi atomi interferiscono con la
normale attività elettrochimica di trasmissione degli impulsi nervosi fino al
punto di consentire la sovrapposizione di un segnale esterno agli stessi
impulsi, con modulazione adeguata.
A causa del decadimento dei muoni
legati negli atomi muonici, il bersaglio produce inoltre una emissione sparsa
di neutrini che viene rilevata da altri satelliti. Le rispettive misurazioni
dei flussi di neutrini vengono comparate per consentire sia il neuroimaging del
bersaglio che la sua visione esterna, a sua volta utilizzata per mirare l'area
di interesse e consentirne l'inseguimento da parte del fascio di muoni. La
scelta di questi particolari leptoni è basata sui dati raccolti, soprattutto in
termini di capacità del segnale “telepatico” di penetrare difese passive, e sul
fatto che grazie ad essi si può immaginare un processo di lettura attiva che
funziona in linea teorica.
Combinando la lettura dei
pensieri verbali del bersaglio con la scrittura di una voce sul suo canale
uditivo è dunque possibile realizzare una comunicazione bidirezionale
“telepatica” tra gli operatori ed il bersaglio stesso. Sfortunatamente, questi
operatori sono psicologi manipolatori ed il rapporto che si instaura,
rafforzato dalle altre forme di neurostimolazione non consensuale elencate in
figura, consente di completare il quadro di un vero e proprio sistema di
controllo mentale remoto fondato sulla “telepatia artificiale”.
Se anche l'ipotesi leptonica
dovesse risultare infondata, il framework del sistema descritto resterebbe
comunque la prima analisi tecnica indipendente di un sistema di controllo
mentale remoto. Allo stato dei fatti, i dati disponibili non consentono la
formulazione di ulteriori ipotesi sul sistema di controllo mentale remoto
attualmente in uso.
Nota dell'autore:
Approfondimenti ed esperimenti successivi sul tema oggetto dell'articolo hanno consentito una revisione dell'ipotesi leptonica, che contempla come vettore di interazione i soli neutrini. L'assenza di ritardi percepibili durante la comunicazione “telepatica” e la capacità del sistema di inseguire un bersaglio che si muove alla velocità di un comune aereo di linea, senza interrompere la comunicazione stessa, suggeriscono l'esistenza di un anello di retroazione costituito da particelle che si muovono tutte alla velocità della luce. Inoltre il permanere della comunicazione “telepatica” anche in ambienti
sotterranei, al riparo della massa di una intera montagna, testimonia l'estrema capacità di penetrazione del vettore in questione che ben si coniuga con le proprietà degli stessi neutrini. Infine, è stato verificato che campi magnetici molto intensi non deflettono le particelle del vettore, che sono dunque elettricamente neutre. Una discussione più approfondita è resa problematica dal fatto che le proprietà sperimentali di un fascio di neutrini di intensità sufficiente ad implementare un sistema di neuroimaging e neurostimolazione non sono note.
Dieci ragioni per lottare
contro il nuovo ordine mondiale
un articolo di Andrea Giotti,
19 Ottobre 2011
La semplice esistenza della
“telepatia artificiale”, cioè di una nuova tecnologia in grado di leggere ed
interpretare l'attività elettrica del cervello umano in termini di parole ed
immagini da rilevante distanza, è sufficiente a delineare uno scenario
inquietante per il futuro dell'intera umanità. Il fatto che questa stessa
tecnologia possa essere utilizzata anche per interferire con il funzionamento del
sistema nervoso umano a fini di manipolazione, tortura o eliminazione, senza
possibilità di difesa e senza lasciare tracce evidenti, rende questo scenario
perfino tragico per tutti coloro che hanno a cuore anche soltanto i più
fondamentali tra i diritti umani. Il fatto che oggi questa tecnologia sia
comunemente utilizzata dalla NSA o da qualche altra agenzia governativa
americana per operazioni psicologiche segrete in tutto il mondo,
indipendentemente da qualsiasi effettivo controllo politico ed al di fuori di
qualunque vincolo etico o legale, trasforma questo scenario da possibilità
futura a terribile realtà presente.
Se lo sviluppo di un nuovo
vettore di interazione fisica, su cui questa tecnologia sembra essere basata,
può rispondere ai criteri generali in base ai quali si progetta una nuova arma
segreta, perché applicarlo alla lettura ed alla scrittura delle correnti
corticali del cervello umano? Quale disegno nasconde una scelta così
palesemente scellerata? Quale cultura politica, o sua mancanza, caratterizza i
dirigenti che ne dispongono l'utilizzo in ogni parte del pianeta? Per tentare
una risposta a queste domande è opportuno esaminare l'impatto che questa
tecnologia avrà sul mondo futuro.
Un primo effetto dell'esistenza
di questa tecnologia è la parziale distruzione della libertà di pensiero di
chiunque. Infatti, se anche solo alcuni tra i pensieri più segreti di ogni
essere umano divengono accessibili dall'esterno, non è più soltanto la loro
espressione ad essere oggetto di controllo ed eventuale repressione ma
direttamente la loro origine profonda. Per la prima volta nella storia, la
“voce del padrone” finisce per sostituirsi a quella della coscienza
nell'influenzare le proprie scelte interiori. In questo quadro, una
efficacissima censura preventiva potrà impedire la nascita di qualsiasi forma
di dissenso nei confronti del nuovo ordine che si tenta di imporre. Si osserva
inoltre che la libertà di pensiero è alla base di ogni altra libertà personale
e che minarla anche solo parzialmente significa rendere l'uomo schiavo in
principio.
Un secondo effetto dell'esistenza
di questa tecnologia è la completa distruzione della privacy di chiunque, con
conseguente ricattabilità di qualsiasi personaggio pubblico. Nessuno vive
infatti una vita completamente trasparente e l'inevitabile divario tra gli
aspetti pubblici e quelli privati di ogni vita diviene pienamente sfruttabile
da parte di coloro che detengono il monopolio di una simile tecnologia. Ogni
attività individuale, sesso compreso, verrà quindi compiuta sotto la continua
minaccia di finire sotto i riflettori e nessun segreto potrà più essere
tutelato, neppure quelli di stato. Il mondo nuovo che si sta delineando
all'orizzonte richiederà dunque anche la nascita di una nuova morale, più
pragmatica e meno ipocrita nel giudicare i vizi del prossimo e le colpe del
passato.
Un terzo effetto dell'esistenza
di questa tecnologia è la completa distruzione della sicurezza di chiunque. Se
si può essere tranquillamente eliminati nel proprio letto senza che alcun esame
medico possa escludere la possibilità di una morte naturale, nessuno è più al
sicuro. Da questo punto di vista, guardie del corpo, aerei presidenziali o
bunker antiatomici non garantiscono al più potente tra gli uomini più di quanto
non sia garantito all'ultimo dei cittadini. Non si vede poi come un simile
quadro possa essere compatibile con la tutela della sicurezza interna di
qualsiasi nazione o come sia possibile fornire garanzie in proposito perfino a
coloro che dovrebbero supervisionare l'utilizzo di una simile tecnologia in
modo meno che diretto.
Un quarto effetto dell'esistenza
di questa tecnologia è la parziale distruzione della fiducia reciproca tra gli
esseri umani. Voci nella mente e torture fisiche possono infatti essere
utilizzate per trasformare la vittima designata in una sorta di “candidato
manciuriano” senza la necessità di incontrarlo di persona neppure una volta. Ad
esempio, se anche un parente o vicino di casa dalla personalità non troppo
forte può essere manipolato psicologicamente in modo così subdolo, magari per
ottenere gradualmente un assassino psicopatico che agisce su commissione, quale
fiducia reciproca potrà ancora sussistere tra gli uomini?
Un quinto effetto dell'esistenza
di questa tecnologia è la parziale distruzione delle basi su cui è costruito il
nostro sistema giuridico, dato che i crimini commessi attraverso questi nuovi
strumenti non sono né dimostrabili né perseguibili allo stato dei fatti. Con
quali perizie psichiatriche una vittima di terribili vessazioni potrà essere
distinta da un pazzo o quali procedure autoptiche potranno essere utilizzate,
di fronte ad una morte apparentemente naturale, per escludere un omicidio nel
mondo futuro? I responsabili sembrano così godere di una totale impunità e
risultare in fin dei conti al di sopra di ogni legge.
Un sesto effetto dell'esistenza
di questa tecnologia è la parziale distruzione della libertà di ricerca
scientifica, dato che riprodurre i risultati conseguiti dagli americani in
questo campo significherebbe minare il loro vantaggio strategico e
probabilmente scatenare una guerra. Nel quadro che si è delineato, a nessuno
può essere consentita neppure una piena comprensione delle basi fisiche e
neurologiche su cui tale tecnologia è basata, dato che potrebbero essere
utilizzate per progettare un rivelatore o perfino una difesa, e gli scienziati
che fanno ricerca su problemi correlati restano figure ad altissimo rischio.
Un settimo effetto dell'esistenza
di questa tecnologia è la completa distruzione del concetto stesso di sovranità
nazionale, dato che nessuna frontiera può ostacolare il nuovo vettore di
interazione fisica che verosimilmente funge da base per questa applicazione.
Capi di stato, ministri e parlamentari di tutto il mondo non godranno certo di
alcuna immunità ulteriore rispetto ai loro colleghi americani, né si troveranno
in una posizione migliore i militari o gli agenti dei servizi incaricati di
tutelare le istituzioni rappresentate dai primi. Un mondo finalmente unito, ma
in mano a chi?
Un ottavo effetto dell'esistenza
di questa tecnologia è la completa distruzione del meccanismo di vigilanza
basato sul consenso popolare che, seppur tra mille difficoltà, caratterizza gli
stati democratici. Il semplice fatto che i titolari di questo nuovo potere
siano completamente occulti e rigidamente inquadrati in una gerarchia
verticistica, slegata da un effettivo controllo politico, li rende
sostanzialmente irresponsabili nei confronti dell'opinione pubblica. Non è la
prima volta che questo accade nella storia, ma per la prima volta l'intero
pianeta rischia di essere diretto da una sorta di élite tecnocratica senza
vincoli di mandato.
Un nono effetto dell'esistenza di
questa tecnologia è la completa distruzione del principio di cittadinanza, che
viene gradualmente sostituito da quello di sudditanza. La cultura dei dirigenti
della struttura che gestisce questa nuova arma sembra basata sui concetti duali
di dominazione/sottomissione, più che sulla distinzione tra alleati ed
avversari, e non concepisce il negoziato come strumento per la risoluzione
delle controversie. L'obiettivo che si pone è infatti quello di un controllo
assoluto sulle nostre vite.
Un decimo effetto dell'esistenza
di questa tecnologia è la possibile fine del mondo che conosciamo, perché
nonostante l'enorme potere che essa conferisce e la sua massima segretezza, il
suo utilizzo al fine di imporre un dominio assoluto sul mondo è in qualche
misura velleitario. Russia e Cina, per non dimenticare l'Europa, non staranno a
guardare ed un possibile scenario futuro è quello dell'olocausto nucleare
quando i vertici di una di queste nazioni dovessero essere azzerati
silenziosamente “per ragioni di sicurezza nazionale”.
Qualcuno, negli Stati Uniti, ha
scoperchiato il Vaso di Pandora e grava su tutti gli uomini liberi la responsabilità
di rimettere il coperchio al suo posto, se questo è ancora possibile. È urgente
che il presidente americano annunci ufficialmente al mondo l'esistenza di
questa nuova tecnologia e si impegni ad una moratoria unilaterale sul suo
utilizzo, sia in territorio americano che nel resto del mondo. Sono poi
necessari negoziati ai massimi livelli tra le principali potenze per estendere
questa moratoria allo sviluppo di tecnologie analoghe da parte di ogni altro
soggetto e la costituzione di un'agenzia internazionale responsabile di
vigilare sul rispetto di tale moratoria.
Da parte sua, l'opinione pubblica
può pretendere di sapere, protestare, disobbedire civilmente e sfruttare il
potere dell'informazione per impedire che questo processo di progressivo svuotamento
delle nostre istituzioni passi sotto silenzio.
Tutto questo è necessario, ma
potrebbe non essere affatto sufficiente per impedire che ulteriori sviluppi
scientifici disegnino un futuro in cui ogni libertà personale finisca per
essere soppressa da ancor più capillari tecniche di controllo mentale di massa.
In quanto sostanzialmente autoreferenziale, il potere che detiene la tecnologia
odierna è destinato ad un'involuzione che lo condurrà alla paranoia ed è
verosimilmente destinato a crollare, dilaniato da lotte intestine, con il
rischio però di lasciare dietro di sé le rovine di un mondo.
Andrea Giotti si è laureato in
ingegneria informatica presso l'università di Firenze, ha conseguito il
dottorato di ricerca in ingegneria informatica e delle telecomunicazioni presso
la stessa università ed il diploma di specializzazione per l'insegnamento della
matematica nella scuola secondaria presso le università di Firenze, Pisa e
Siena. Nel frattempo ha svolto molteplici lavori, tra cui lo sviluppo di
software per la
progettazione come analista programmatore, ed attualmente
lavora come docente presso una scuola superiore della provincia di Pistoia. Ha
numerosi interessi, tra i quali la letteratura scientifica, il cinema e la
musica d'autore. La sua e-mail è andrea.giotti@tin.it,
mentre la sua pagina su Facebook è http://facebook.com/giotti68.
Per ulteriori approfondimenti si
può consultare il gruppo di discussione su Facebook:
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