IL DOTT. UMBERTO VERONESI - IL BUSINESS DEL GENOCIDIO
Il degno erede di Joseph Mengele al secolo il Dottor Green, caposcuola del business della malattia della Repubblica delle Banane (OGM), della menzogna pagata a peso d' oro, milionario affarista della Big Pharma che dopo essere stato complice delle stragi a base di Chemio farmaci prodotti dai suoi migliori sponsors, ora passa ad altro tipo di genocidio: la creazione di malattie genetiche e distruzione dell'ecosistema con i prodotti biotech-OGM della Monsanto, Kraft, Dow, Syngenta, Pioneeer, Dupont e BB Biotech. Quest' ultima corporation si occupa appunto di Biotecnologie Farmaceutiche. Altre valanghe di milioni di euro per la Fondazione Umberto Veronesi ora anche dal cartello del Biotech - Farma Biotech.
Veronesi lancia 'manifesto' anti-fobia OGM
Milano, 3 novembre, Adnkronos Salute
''I
cibi geneticamente modificati (Ogm) non nascondono alcun rischio per la
salute. Nessuna indagine epidemiologica dimostra l'esistenza di danni
provocati da questi alimenti, che anzi sono piu' sicuri di quelli
cosiddetti 'naturali' perche' molto piu' controllati. E diro' di piu'.
Se in Italia si potesse scegliere, personalmente vorrei nutrirmi di mais
transegnico''. Con queste parole il professor Umberto Veronesi,
presidente dell'omonima Fondazione e direttore scientifico dell'Istituto
europeo di oncologia (Ieo) di Milano, ha lanciato oggi nel capoluogo
lombardo il primo ''Consensus Document'' sul tema ''Sicurezza alimentare
e Ogm''. Una sorta di 'manifesto' anti-fobia redatto da 19 societa'
scientifiche italiane in rappresentanza di 10 mila ricercatori e
concepito dopo un meeting convocato il 5 maggio scorso a Bologna dalla
Societa' italiana di tossicologia (Sitox). Gli scienziati scendono in
campo compatti contro ''l'assurda demonizzazione di cui questi cibi sono
vittime''. L'ex ministro della Sanita' dice basta a ''una
bizzarria che inizialmente veniva considerata come una comprensibile
cautela nei confronti di qualcosa di poco noto, ma che, alla luce degli
studi sulle popolazioni che da anni si nutrono di alimenti Ogm (gli
Stati Uniti soprattutto), e' ormai diventata un'opposizione da eliminare
perche' pericolosa per il Paese''.
Secondo
gli specialisti, ''l'approvazione del decreto sugli Ogm in discussione
in Parlamento si tradurrebbe in una battuta d'arresto per tutta la
ricerca genetica italiana. E il nostro Paese correrebbe un grandissimo
pericolo di emarginazione culturale e scientifica'', e' l'avvertimento.
''Non riesco proprio a capire le ragioni di questa opposizione - ha
proseguito Veronesi - Credo sia piu' che altro una questione ideologica,
mossa dall'idea che introdurre un nuovo gene in un organismo
rappresenti in qualche modo un 'oltraggio' alla natura''. Ma si
dimentica ''che il Dna dell'uomo non e' diverso da quello di ogni altro
essere vivente'' e che il meccanismo con cui nasce un cibo Ogm ''e' lo
stesso seguito da tutti gli agricoltori da duemila anni, quando
incrociano piante per migliorarle''.
Nei
secoli, ricordano infatti gli esperti nel documento, ''l'uomo ha
addomesticato animali e piante modificandone anche consapevolmente il
patrimonio genetico. Di fatto, quindi, le piante attualmente coltivate e
gli animali di allevamento sono per la maggior parte degli Ogm''. Non
solo. Ogm o non Ogm, ha ripreso l'oncologo, ''una persona intelligente
dovrebbe scegliere il prodotto piu' garantito e gli Ogm lo sono
certamente piu' degli altri'' sia per l'alimentazione dell'uomo sia per
quella dell'animale perche' regolati, sottolinea il documento di
consenso, ''da un quadro normativo che non ha eguali in campo
alimentare: tutte le analisi per valutarne la sicurezza devono essere
effettuate prima dell'immissione sul mercato''.
La
speranza finale della ricerca sugli Ogm, ''nonche' un importante
progetto della Fondazione Veronesi - ha precisato il fondatore dell'Ieo -
e' di debellare o almeno di ridurre, grazie a questi alimenti, la fame
nel mondo''. L'appello corale e' di ''abbracciare il cuore e il senso
del progresso scientifico e di abbandonare l'atteggiamento manicheo pro o
anti Ogm. Non vogliamo apparire oltranzisti, diciamo solo che questi
alimenti vanno considerati esattamente come gli altri: innocui o
pericolosi a seconda dei casi, ma non dannosi solo per il fatto di
essere il frutto di una data tecnica''.''Bisogna smetterla di
fare confusione tra una tecnica, il suo prodotto e il modo in cui viene
gestita'', ha affermato il professor Carlo Alberto Redi, ordinario
presso il Dipartimento di Biologia animale dell'universita' di Pavia.
''Abbiamo paura del Dna estraneo che potremmo assumere mangiando Ogm, ma
non pensiamo a quello che per esempio inglobiamo quando baciamo
qualcuno'', ha sottolineato l'esperto, secondo il quale ''questa
chiusura mentale ci fara' tornare all'uomo delle caverne''. E
''attenzione anche a parlare di 'contaminazione' tra campi Ogm e non''.
Innanzitutto perche' ''un Ogm non e' qualcosa di tossico che puo'
contaminare qualcos'altro'', ha puntualizzato Veronesi. E poi perche',
''ad esempio nel caso del mais, il polline percorre al massimo 25 metri -
ha spiegato la professoressa Mirella Sari Gorla, ordinario di Genetica
alla Facolta' di Scienze della Statale di Milano e past president della
Societa' italiana di genetica agraria (Siga) - e quindi e' sufficiente
mantenere alla giusta distanza (30 metri circa) campi di mais Ogm e di
mais naturale''.
In Italia, ha
osservato il professor Giorgio Cantelli Forti, presidente Sitox,
''assistiamo poi a una contraddizione per cui si propone una legge
anti-Ogm ma nelle universita' si addestrano 5.600 nuovi specialisti in
biotecnologie. Che futuro avranno?'', si domanda lo scienziato, facendo
poi notare che ''per produrre Ogm bastano pochi euro e un garage. E chi
ci difendera' da organismi geneticamente modificati prodotti all'estero
in modo illecito?''. Insomma, ha denunciato il professor Giorgio Poli,
preside della Facolta' di Medicina veterinaria all'universita' degli
Studi di Milano e coordinatore dell'Area scienza e alimentazione della
Fondazione Umberto Veronesi, ''ci preoccupiamo di cibi Ogm, che studi
pubblici finanziati dall'Ue con 70 milioni di euro hanno dimostrato
essere sicuri, ma non di alimenti 'sporchi' di tossine cancerogene,
escrementi, metalli pesanti e pesticidi''.
''E'
giusto avere etichette trasparenti che garantiscano la liberta' di
scelta'', ha commentato Veronesi, ma ''come pretendiamo l'indicazione
'Ogm free' - una garanzia che tra l'altro, con le tecniche disponibili,
''nessun laboratorio di ricerca puo' dare'', ha detto il professor
Francesco Sala, ordinario di Botanica generale e biotecnologia delle
piante presso la Statale di Milano - dovremmo pretendere anche la
garanzia 'aflatossine free'. E alla politica della 'tolleranza zero'
contro gli Ogm - ha proposto l'ex ministro della Sanita' - dovremmo
sostituire quella della 'tolleranza zero' verso queste sostanze, i
cancerogeni piu' potenti che esistano sulla faccia della terra''. Le
aflatossine, ha confermato Sala, ''sono tra le cinque o sei micotossine
che possiamo trovare nel mais, quindi nei mangimi animali e, al termine
della catena alimentare, nel latte e nella carne che finiscono sulle
nostre tavole. Quando Veronesi ha parlato di rischio aflatossine per la
polenta e' stato criticato, ma diceva la verita'''. Ma non e'
tutto. ''Ricordiamo - ha aggiunto il ricercatore - che nel 2003 la
Lombardia ha buttato il 20% della sua produzione di latte perche'
conteneva aflatossine sopra i livelli soglia. Ma un caso simile si era
gia' verificato nel 1999''. E' per queste insidie che occorre
allarmarsi, ha ribadito lo specialista. ''La gente crede alle 'virtu'
del biologico - ha ribadito l'esperto - ma va detto che il mais Ogm ha
un contenuto in aflatossine 10-15 volte inferiore al mais bio''. E
occhio anche al 'mito' dei prodotti nostrani. Un esempio? ''Il pesto
genovese fatto secondo la vera ricetta ligure contiene una quantita' di
metileugenolo, sostanza cancerogena, 600 volte superiore alla dose
massima giornaliera consentita. Al contrario il pesto industriale
contiene solo eugenolo, un derivato innocuo del metileugenolo. Il
segreto sta nell'altezza delle piantine di basilico: vanno colte quando
superano i 10 centimetri di altezza - svela Sala - perche' quelle
giovani contengono il precursore tossico che solo dopo si trasforma nel
derivato innocuo''.
la fonte
Il Nuovo Medico d' Italia
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