Ha cancellato i confini, dato sponda ai trafficanti, minato la nostra sicurezza. E rischia di trascinare tutti alla bancarotta con una guerra mondiale alle porte, in Italia è costato le stesse vittime di una guerra e si appresta alla creazione del Nuovo Ordine Mondiale fondato sulla tirannia, schiavitù e lo stato del terrore.
RICHARD NIKOLAUS DI COUDENHOVE-KALERGI
di Sebastiano Caputo
- 4 giugno 2013
Pertanto per comprendere meglio il fenomeno paneuropeista è
necessario non fermarsi ai falsi miti (multi-culturalismo, multietnicismo,
distruzione degli Stati Nazione, favoreggiamento del regionalismo, ecc.)
propinati da questo contenitore estremamente influente e pericoloso, bensì è
necessario capire chi finanziò questo istituto globalista.
Oltre agli agenti industriali e finanziari, Richard Coudenhove-Kalergi ebbe il sostegno del banchiere Max Warburg, che rappresentava la banca tedesca di Amburgo (la Banca Warburg). All’epoca suo fratello, (trasfertosi negli Usa) Paul Warburg, era stato uno dei fondatori della FED (la Federal Reserve statunitense) oltre che leader del Council on Foreign Relation (il CFR).
Oltre agli agenti industriali e finanziari, Richard Coudenhove-Kalergi ebbe il sostegno del banchiere Max Warburg, che rappresentava la banca tedesca di Amburgo (la Banca Warburg). All’epoca suo fratello, (trasfertosi negli Usa) Paul Warburg, era stato uno dei fondatori della FED (la Federal Reserve statunitense) oltre che leader del Council on Foreign Relation (il CFR).
Esistono due storie che raccontano la nascita dell’Unione
Europea. Una ufficiale, di facciata, sponsorizzata dall’intero apparato
accademico che narra di un gruppo eterogeneo di persone, i cosiddetti padri
fondatori della “Nuova Europa”, il quale successivamente al conflitto mondiale
iniziò a progettare la pace, l’unità e la prosperità nel Vecchio Continente per
poi dare vita ad una comunità di Stati in cooperazione tra di loro. E poi c’è
una storia reale ma oscurata, che rivela il progetto di un uomo,
l’aristocratico Richard Koudenove-Kalergi (giapponese di madre e austriaco di
padre), il quale non fu mai protagonista degli eventi ma che fu, nel
retroscena, artefice allo steso modo dei vari De Gasperi, Shuman, Monnet e Adenauer,
probabilmente ancor più influente poiché a differenza di questi ultimi, aveva
una visione planetaria e non europea.
Nel 1922, Koudenove-Kalergi fonda la Paneuropa (o Unione
Paneuropea) con lo scopo apparente di impedire un nuovo conflitto continentale,
tuttavia nel 1925 in una relazione presentata alla Società delle Nazioni i fini
dell’austro-giapponese si manifestano chiaramente. Il suo obiettivo primario
era quello di unificare l’Europa, al fine di integrarla all’interno di
un’organizzazione mondiale politicamente unificata, in poche parole un governo
mondiale, che a sua volta federasse nuove federazione continentali (“continenti
politici”, proprio come la “Paneuropa”). Inoltre nel suo libro «Praktischer
Idealismus» pubblicato nel 1925, Kalergi espone una visione multiculturalista e
multi-etnicista dell’Europa, dichiarando che gli abitanti dei futuri “Stati
Uniti d’Europa non saranno i popoli originali del Vecchio continente, bensì
una sorta di subumanità resa bestiale dalla mescolanza razziale”, e affermando
senza mezzi termini che “è necessario incrociare i popoli europei con razze
asiatiche e di colore, per creare un gregge multietnico senza qualità e
facilmente dominabile dall’elite al potere. L’uomo del futuro sarà di sangue
misto. La razza futura eurasiatica-negroide, estremamente simile agli
antichi egiziani, sostituirà la molteplicità dei popoli, con una molteplicità
di personalità”.
Nel 1926 Koudenove-Kalergi organizzò la prima conferenza paneuropea di Vienna, sotto gli auspici del suo presidente onorario, il presidente Aristide Briand (1862-1932) e fu proprio in questo convegno che si decise di scegliere l’inno europeo, l’Inno alla Gioia di L.W.Beethoven, che in seguito diventerà l’ inno ufficiale dell’Unione Europea.
Ma è durante questo primo congresso che sono esposti in modo chiaro, lucido, gli obiettivi a breve, medio e lungo termine di questo contenitore di idee: “l’Unione Pan-europea ribadisce il suo impegno al patriottismo europeo, a coronamento dell’identità nazionale di tutti gli europei. Nel momento dell’interdipendenza e delle sfide globali, solo una forte Europa unita politicamente è in grado di garantire il futuro dei suoi popoli ed entità etniche. L’Unione Paneuropea riconosce il diritto all’autodeterminazione dei gruppi etnici allo sviluppo (…) culturale, economico e politico”.
Negli anni Trenta, Koudenove-Kalergi condanna fermamente il modello nazional-socialista di Adolph Hitler e quello sovietico di Stalin, tanto che l’industria tedesca revoca definitivamente i finanziamenti all’ Unione Paneuropea, mentre gli intellettuali filo-sovietici lasciano l’associazione. Durante la Seconda Guerra Mondiale il fondatore della Paneuropa si rifugia negli Stati Uniti, nei quali insegnò in un seminario presso la New York University – “La ricerca per una federazione europea del dopoguerra” – a favore del Federalismo Europeo.
Nel 1926 Koudenove-Kalergi organizzò la prima conferenza paneuropea di Vienna, sotto gli auspici del suo presidente onorario, il presidente Aristide Briand (1862-1932) e fu proprio in questo convegno che si decise di scegliere l’inno europeo, l’Inno alla Gioia di L.W.Beethoven, che in seguito diventerà l’ inno ufficiale dell’Unione Europea.
Ma è durante questo primo congresso che sono esposti in modo chiaro, lucido, gli obiettivi a breve, medio e lungo termine di questo contenitore di idee: “l’Unione Pan-europea ribadisce il suo impegno al patriottismo europeo, a coronamento dell’identità nazionale di tutti gli europei. Nel momento dell’interdipendenza e delle sfide globali, solo una forte Europa unita politicamente è in grado di garantire il futuro dei suoi popoli ed entità etniche. L’Unione Paneuropea riconosce il diritto all’autodeterminazione dei gruppi etnici allo sviluppo (…) culturale, economico e politico”.
Negli anni Trenta, Koudenove-Kalergi condanna fermamente il modello nazional-socialista di Adolph Hitler e quello sovietico di Stalin, tanto che l’industria tedesca revoca definitivamente i finanziamenti all’ Unione Paneuropea, mentre gli intellettuali filo-sovietici lasciano l’associazione. Durante la Seconda Guerra Mondiale il fondatore della Paneuropa si rifugia negli Stati Uniti, nei quali insegnò in un seminario presso la New York University – “La ricerca per una federazione europea del dopoguerra” – a favore del Federalismo Europeo.
Nel 1946, Koudenove-Kalergi torna in Europa e la sua
personalità gioca un ruolo di estrema rilevanza. La Paneuropa riprende le forze
e si creano in tutti Paesi europei delle delegazioni (Paneurope France,
Paneuropa Italia, ecc.) che in pochi mesi diffusero gli ideali paneuropeisti a
quelli che poi furono considerati i “padri fondatori della nuova Europa”.
Queste delegazioni contribuirono alla realizzazione dell’Unione parlamentare europea, che successivamente consentì la creazione nel 1949, del Consiglio d’Europa. Il suo “impegno” intellettuale e politico gli permisero di aggiudicarsi nel 1950 il prestigioso premio prettamente continentale “Carlo Magno” e, persino in suo onore fu stato istituito il Premio Europeo Coudenhove-Kalergi che ogni due anni premia gli europeisti che si sono maggiormente distinti nel perseguire il suo “ideale” confederativo e mondialista. Tra questi troviamo nomi come Angela Merkel e Herman Van Rompuy.
Pertanto per comprendere meglio il fenomeno Paneuropeista è necessario non fermarsi ai falsi miti (multi-culturalismo, multietnicismo, distruzione degli Stati Nazione, favoreggiamento del regionalismo, ecc.) propinati da questo contenitore estremamente influente e pericoloso, bensì è necessario capire chi finanziò questo istituto globalista. Oltre agli agenti industriali e finanziari, Richard Coudenhove-Kalergi ebbe il sostegno del banchiere Max Warburg, che rappresentava la banca tedesca di Amburgo (la Banca Warburg). All’epoca suo fratello, (trasfertosi negli Usa) Paul Warburg, era stato uno dei fondatori della FED (la Federal Reserve statunitense) oltre che leader del Council on Foreign Relation (il CFR). Da qui vediamo lo stretto legame tra Wall Street, quindi gli Stati Uniti d’America e la volontà già negli Venti di federare l’Europa sotto una sola guida politica, probabilmente per dominarla meglio. Richard Coudenhove-Kalergi non fu un visionario del suo tempo proprio perché egli fu un manovratore della partita.
Queste delegazioni contribuirono alla realizzazione dell’Unione parlamentare europea, che successivamente consentì la creazione nel 1949, del Consiglio d’Europa. Il suo “impegno” intellettuale e politico gli permisero di aggiudicarsi nel 1950 il prestigioso premio prettamente continentale “Carlo Magno” e, persino in suo onore fu stato istituito il Premio Europeo Coudenhove-Kalergi che ogni due anni premia gli europeisti che si sono maggiormente distinti nel perseguire il suo “ideale” confederativo e mondialista. Tra questi troviamo nomi come Angela Merkel e Herman Van Rompuy.
Pertanto per comprendere meglio il fenomeno Paneuropeista è necessario non fermarsi ai falsi miti (multi-culturalismo, multietnicismo, distruzione degli Stati Nazione, favoreggiamento del regionalismo, ecc.) propinati da questo contenitore estremamente influente e pericoloso, bensì è necessario capire chi finanziò questo istituto globalista. Oltre agli agenti industriali e finanziari, Richard Coudenhove-Kalergi ebbe il sostegno del banchiere Max Warburg, che rappresentava la banca tedesca di Amburgo (la Banca Warburg). All’epoca suo fratello, (trasfertosi negli Usa) Paul Warburg, era stato uno dei fondatori della FED (la Federal Reserve statunitense) oltre che leader del Council on Foreign Relation (il CFR). Da qui vediamo lo stretto legame tra Wall Street, quindi gli Stati Uniti d’America e la volontà già negli Venti di federare l’Europa sotto una sola guida politica, probabilmente per dominarla meglio. Richard Coudenhove-Kalergi non fu un visionario del suo tempo proprio perché egli fu un manovratore della partita.
Non a caso
l’Europa sognata dall’aristocratico austro-giapponese è la stessa di oggi,
quella del terzo millennio.
la fonte L' Intellettuale Dissindente
Il Dossier
'La Verità sul PIANO KALERGI'
Il Genocidio dei Popoli Europei
video presentazione del dossier dello scrittore Matteo Simonetti